Stefania Venarucci, coordinatrice infermieristica presso la residenza protetta “Casa Serena” di Magione, può vantare un bel primato, insieme a tutto lo staff della struttura: nessun positivo tra i 37 ospiti e i 35 operatori di Casa Serena.
Un risultato raggiunto affrontando molte difficoltà con tenacia e attenzione.
“La struttura è stata chiusa a tutti gli esterni dal 5 marzo. Possono entrare solo gli operatori e i fornitori di ossigeno, tutti gli altri aspettano fuori, lasciano i materiali e poi ci pensiamo noi. Anche i parenti degli ospiti non entrano nella residenza, ma per loro abbiamo subito provveduto ad attivare un sistema di telefonate e di video chiamate, noché di comunicazione continua sullo stato di salute dei nostri ospiti. Adesso dopo i tamponi, tutti negativi, siamo e sono più tranquilli. E questo ci rende orgogliosi, perché vuol dire che abbiamo lavorato bene. E la bolla protetta che abbiamo creato funziona”.
Le procedure per arrivare a questo sono tante e il lavoro “è più faticoso. Non solo il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, ma anche la gestione della cosiddetta stanza grigia, dove accogliere un possibile positivo per isolarlo, ma anche per la formazione per gestire l’emergenza, gli approfondimenti specifici su Covid19, ma andiamo avanti con il sorriso e sereni”.
Serenità che si è cercata di comunicare anche agli ospiti che “nei primi giorni non capivano bene cosa stesse accadendo, chiedevano e tutti noi ci siamo messi a spiegare come stavano le cose, che nessuno poteva uscire o entrare, che sarebbero cambiate alcune cose, mentre altre sarebbero rimaste come le conoscevano. Così, con semplicità abbiamo fatto una giornata del salone di bellezza per le signore, la musica, l’animazione interna e, soprattutto, quello a cui tengono molto: i contatti telefonici e video con i parenti, è la cosa fondamentale per loro. E noi facciamo il possibile per mantenere questo contatto”.