Debora Cotogni, educatrice, fornisce supporto scolastico e domiciliare a minori con disabilità e lavoro nel centro diurno per l’autismo “L’Aquilone” e in altre strutture di salute mentale nella zona della Media Valle del Tevere dal 2008.
“Il supporto scolastico, il laboratorio pomeridiano per ragazzi autistici, tutto è stato fermato con l’emergenza e anche tutte le iniziative sociali così importanti per i ragazzi sono ferme. Adesso il mio impegno è in una comunità terapeutico riabilitativa di tipo 2 a Marsciano, ma anche lì, le attività di vita quotidiana si svolgono con le restrizioni del caso e molti progetti sono sospesi”.
Cosa fare, quindi, per dare normalità agli ospiti? “Possiamo solo uscire per fare delle passeggiate, ma non c’è modo di svolgere quella socialità che faceva parte della quotidianità delle persone ospiti della struttura perché i bar sono chiusi e non ci si può radunare. Ci occupiamo della casa, della preparazione dei pasti, ci sono dei momenti di riflessione o di lettura comune, con le belle giornate facciamo l’orto. Dobbiamo combattere contro il grande senso di frustrazione e malessere interiore che vivono i nostri ospiti, ma che colpisce anche noi operatori. La privazione della libertà e il senso di rabbia e di impotenza sono difficili da gestire per tutti. Affrontiamo questa situazione psicologica difficile, con tutti gli aspetti negativi che si pensava di aver messo a tacere, confrontandoci e dialogando con gli psichiatri, per esorcizzare le emozioni negative di questi momenti. Abbiamo comunque scelto di tornare al lavoro, di non tirarci indietro, per la paura, ma sempre con la massima attenzione per tornare a respirare”.