Alessandra Marchetti, educatrice per i servizi di assistenza domiciliare minori e minori disabili, animatrice presso i centri estivi della Media Valle del Tevere.
“Il primo impatto è stato angosciante, eravamo tutti spaesati, noi operatori e gli utenti. Mascherine, guanti, gel igienizzante, sempre a distanza; ma ci siamo sempre stati. È questa la cosa più importante, nonostante tutto ci siamo stati e siamo stati utili ai ragazzi e alle famiglie, ma anche per noi stessi. Nonostante la paura ci siamo e sentirsi dire ‘sei l’unica persona che vedo, con cui posso scambiare due parole’, è bellissimo. L’emergenza sanitaria ha costretto all’interruzione di tanti servizi, ma i ragazzi e i bambini che seguo hanno bisogno di questa parte importante della loro vita che è venuta meno, hanno necessità di esercitarsi per non perdere le competenze acquisite con fatica. Quindi ho fatto telefonate su telefonate con quei ragazzi che non potevo incontrare, tenendo i contatti con il gruppo di classe, favorendo l’inclusione e portando avanti le progettualità avviate. Poi ci sono i bambini che si emozionano quando ci si rivede. E quello è un momento difficile, perché devi mantenere la distanza, stare con guanti e mascherine. Siamo abituati a premiare gli sforzi e gli obiettivi raggiunti dai ragazzi con una carezza, un abbraccio, adesso dobbiamo stare fermi. Lavoriamo tutti i giorni per abbattere le barriere sociali, scolastiche, umane, e ne abbiamo dovuto sollevare altre di barriere, con questi impedimenti sul viso. Siamo tutti un po’ più sterili, come i guanti che indossiamo”.