Nada Sacco, educatrice per i servizi di assistenza domiciliare minori e minori disabili. animatrice presso i centri estivi di Piegaro. “A Città della Pieve la scuola è stata chiusa subito, in anticipo rispetto al resto d’Italia. Le attività di sostegno non si sono mai fermate, perché in accordo con i servizi sociali si è deciso che era necessario continuare a fornire sostegno; tanto che dopo un mese di lockdown una famiglia ha chiesto di poter riattivare i servizi domiciliari. Logicamente si lavora con tutte le cautele del caso, Polis ha subito attivato i protocolli necessari, siamo stati forniti di dispositivi di protezione individuale, manteniamo le distanze, anche se questa è la parte più difficile perché i bambini si muovono, cercano
il contatto. È diventato tutto più difficile, ma non potevamo tirarci indietro, perché dopo tanti anni diventi un punto di riferimento per i ragazzi e per le famiglie. Superato il primo momento di spaesamento, per tutti, cerchi di tornare alla normalità, se così possiamo dire, è di lavorare come hai sempre fatto, seguendo la didattica online, svolgendo le attività didattiche, aiutando nei compiti, poi si gioca, si va in giardino. In fondo cerchiamo di mantenere i ritmi dei giorni normali. Credo che la paura, nei primi giorni, fosse lo stato d’animo di tutti. Io avrò lavato le mani non so quante volte. Poi la fiducia di tanti anni di conoscenza ha preso il sopravvento: mi fidavo delle famiglie in cui vado e loro si fidano di me. Sapevamo che i comportamenti virtuosi avrebbero consentito di tornare alla normalità. Il nostro lavoro è questo, possiamo paragonarlo ad una missione, e quindi dovevamo esserci per questi ragazzi”.
