TODI – Gino Terrezza è il responsabile sanitario e geriatra della residenza protetta “Veralli Cortesi” di Todi, chiamato a gestire una situazione complessa per la struttura in un momento storico straordinariamente difficile.
“La struttura è sempre stata perfettamente attiva, abbiamo solo abbassato da 75 a 73 il numero di ospiti perché abbiamo anticipato i tempi e le disposizioni della Regione, quando ci è stato chiesto di predisporre la cosiddetta stanza grigia, cioè quella per l’isolamento di eventuali ospiti positivi. Noi abbiamo adibito una stanza, doppia e non singola, perché era quella più vicina all’uscita ed era accessibile attraverso un percorso che non permette incontri con ospiti e operatori”.
L’isolamento è la rigida regola che tutti hanno rispettato, nella struttura come a casa propria. “Tutti i nostri operatori sono stati muniti di dispositivi di protezione individuale, è stato monitorato il corretto utilizzo degli stessi, è stato limitato l’ingresso degli operatori a due per turno e sempre gli stessi, in maniera tale che non ci fossero ulteriori possibilità di contagio”. Interdetto l’accesso anche ai parenti. Non entra nessuno, tranne gli operatori, e anche loro solo dopo il rito della misurazione della temperatura e sottoscrizione della scheda triage, cioè che non hanno tosse, congiuntivite, che non hanno fatto viaggi o sono stati in posti a rischio”.
In una residenza con tanti ospiti anziani è fondamentale anche tenere d’occhio l’aspetto psicologico: “Dal punto di vista umano abbiamo dovuto fronteggiare la sensazione di abbandono vissuta dagli ospiti, un vuoto dovuto alla mancanza dei familiari. Per questo abbiamo subito attivato un servizio telefonico e poi di video chiamata, che a tutt’oggi è l’unico modo di contatto esterno per i nostri ospiti”.