Michelle Polverino, educatrice, svolge attività di supporto scolastico e domiciliare per adulti e minori con disabilità, oltre che al centro diurno per l’autismo “L’Aquilone” nella zona della Media Valle del Tevere dal 2003.
“Alcuni servizi sono stati interrotti con la chiusura delle scuola e anche per sicurezza delle famiglie e degli operatori, fino al momento in cui abbiamo individuato i servizi con ragazzi con i quali si riesce a mantenere la distanza, senza doverli toccare o stare troppo vicino. In altre situazioni abbiamo attivato diverse ore di sostegno in remoto. Con i cinque ospiti del centro diurno per l’autismo, ad esempio, abbiamo creato un gruppo Whatsapp, si tratta di ragazzi da 14 a 16 anni, e ci sentiamo in videochiamata di gruppo per raccontarci come passiamo il tempo in questo periodo strano, cerchiamo di capire insieme perché bisogna stare in casa e mettere la mascherine, leggiamo insieme delle storie su questo periodo di reclusione forzata”.
Con i ragazzi più piccoli il lavoro è diverso. “In primo luogo cerchiamo di mantenere il rapporto con i bambini, ma di dialogare con i genitori, sostenerli in questo periodo in cui restano a casa con i figli e sono, di fatto, senza aiuto”.
Distanza di sicurezza e mascherina, quindi, per svolgere i compiti in presenza e ricalibrare quanto detto nella didattica a distanza, “ma si parla molto di quanto accade. I ragazzi vogliono notizie, chiedono informazioni, vogliono sapere. Soprattutto si cercano tra compagni, vogliono riallacciare o mantenere rapporti con gli amici. E noi facciamo anche questo, in collaborazione con i docenti, lavoriamo molto sull’aspetto umano, per favorire l’inclusione digitale nel gruppo classe, oltre alla partecipazione alle lezioni online”.